E se la nostra produzione di energia elettrica influenzasse la comunicazione delle piante?


E se le piante aiutassero il pianeta a mantenersi in un equilibrio giocando un ruolo di parte attiva più di quello che ci aspetteremmo?

La mia vuole solo essere una provocazione perché non ho ovviamente né dati né prove scientifiche a supporto del mio pensiero ma mi affascina immaginare un mondo governato non solo da forze naturali come vento, pioggia e sole ma anche da una specie di sinergia tra i viventi del creato.

Sembrerebbe che le piante non reagiscano a semplici stimoli luminosi adattando ad esempio la crescita ma potrebbero avere un sistema di comunicazione tramite le radici simile a quello delle sinapsi dei nostri neuroni.

Energia elettrica a bassissima potenza potrebbe passare tramite il terreno da una pianta a un'altra e poi alla successiva permettendo così un'intricata comunicazione simile a quella che si osserva tra i neuroni di un sistema encefalico evoluto: se ogni singola pianta, erba o fiore con le sue radici contribuisse ad alimentare questa "orchestra" magnetica vista la numerica di cui parliamo non ci vorrebbe molto a raggiungere i collegamenti di un cervello umano.

Sarebbe quindi affascinante scoprire che le piante tutte insieme grazie a questo sistema potrebbero recepire variazioni nell'ambiente reagendo nella maniera più autoconservativa possibile per garantirsi tutte insieme, come ecosistema, la sopravvivenza aiutandosi a creare le condizioni migliori alla crescita e riproduzione.

Però da decenni notiamo una variazione delle condizioni climatiche tali da averci fatto ipotizzare un nesso tra l'inquinamento atmosferico, in co2, e i cambiamenti climatici additando l'uomo come causa.

Ma se la causa invece non fossero solo le emissioni in atmosfera dell'industrializzazione e un'altra cosa che è entrata prepotente nella storia dell'uomo e del pianeta dalla fine dell'800 e sempre di più nel '900: l'energia elettrica?

Forse l'energia elettrica che produciamo e distribuiamo in quantità gigantesche rispetto a quella già presente in natura influenza il modo in cui le piante comunicano tra di loro; non gli permette di coordinarsi al meglio per reagire ai cambiamenti climatici (che sono comunque naturalmente sempre in corso) mitigandoli con la loro capacità di regolare emissioni e assorbimento di energia.


Senza accorgercene potremmo aver passato gli ultimi anni ad imputare solo alle emissioni la colpa di quello che ci sta avvenendo intorno non accorgendoci che le piante, che sono presenti in quantità altissima sulla terra, faticano a mantenere la loro coordinazione. La loro sopravvivenza è comunque legata a doppio filo alla nostra perché essendoci evoluti insieme l'ecosistema ideale per loro permette di vivere bene anche noi. La loro prosperità è la nostra prosperità.

Immaginatevi di sentire una musica mal eseguita e di dare la colpa all'aria condizionata che non funziona bene anziché al buio che non permette ai musicisti di vedere il loro direttore d'orchestra. O come funzionerebbe un motore dopo che si è rotta la cinghia di distribuzione?

La mia vuole essere una provocazione; se si rivelerà un'intuizione solo il tempo e gli studi che già si stanno conducendo sulla capacità di "parlare" delle piante lo riveleranno.

Che però la presenza preponderante di energia elettrica prodotta e trasportata in moltissimi modi sia una variabile di molto aumentata come le emissioni durante il '900 credo sia una valida premessa per nuove teorie. Chi vivrà vedrà!

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