Perché ho lasciato la Lega e cosa riserva il futuro

Foto Bandiera della Padania
Foto della bandiera che una volta era esposta a casa
Nel 2018 avrei dovuto rinnovare una tessera che non ho mai ritirato da militante perché non sentivo più di appartenere a un partito che è cambiato non migliorandosi ma dimenticando molti dei suoi valori fondanti ma, grazie a questo, ho potuto informarmi, leggere e studiare così da arrivare a capire che comunque quell'avventura adolescenziale poteva finire. 

La lega che ho avvicinato nel lontano 2005 ai tempi delle superiori, duranti i gazebo in piazza e nella scuola leggendo i quotidiani era una lega di lotta e di governo, fiera dell'identità "padana" creata a tavolino da zero e sicura del valore di uno stato sociale e federale.

Nel 2008 sono diventato sostenitore e nel 2009 militante poi tra il 2012 e il 2013 ero segretario di sezione quando iniziarono i moti che portarono alle dimissioni di Bossi a favore di Maroni acclamato da furor di popolo con le ramazze alzate (io c'ero quella sera del 10 aprile 2012 a Bergamo al palazzetto dello sport, arrivato con un pullman organizzato al volo in una giornata con un giro di chiamate tra l'allora segretario di circoscrizione Borromini e noi segretari e militanti). all'autonomia e di fatto noi stessi non ci capiamo più nulla. Figurarsi la gente ai gazebo a cui avremmo dovuto spiegare la nostra idea!

Nel frattempo nel divento responsabile organizzativo di circoscrizione, consigliere Comunale da Ardenno nel 2016, delegato alla comunità montana di Morbegno e anche delegato della Lega al Direttivo Provinciale di Partito.

Tutte cariche gratuite (a parte il gettone di presenza al Consiglio Comunale) che svolto spassionatamente perché convinto delle mie idee che però man mano mutavano forma staccandosi da quelle leghiste adolescenziali per evolvere in qualcosa, che mi permetto di dire, ritengo più complesso:

- l'idea che l'immigrazione non sia un problema e tutti i popoli sono discendenti di emigrazioni per cui va affrontata regolandola nel modo migliore senza alzare muri;

- penso che lo stato debba lasciare libra l'economia fino a che non supera nei vari confini l'utilità sociale e allora deve intervenire a sostegno e tutela di tutti coloro che rischiano di essere sopraffatti economicamente e moralmente;

- l'Italia è una penisola che una volta era terra di varie forme di governo ma da almeno due secoli e più esiste un'identità di "nazione Italia" a cui si riferivano anche i paesi stranieri e che dobbiamo tutelare non come invenzione di un pugno di uomini ma come parte di tutti noi;

- bisogna delegare al massimo le decisioni che richiedono efficacia delegandole all'organo più basso possibile lasciando centralizzati solo quei servizi che richiedono la massima efficienza e un coordinamento nazionale;

- in un mondo sempre più popolato e con una concentrazione di popoli in alti continenti l'Italia non può più permettersi di vedere l'Unione Europea come una bandiera da imporre in ogni angolo del paese ma come vero e proprio futuro di unione tra gli stati del continente per affrontare le sfide di domani.

Ecco che quindi non potevo più identificarmi nel partito Lega Nord e come goccia che fece traboccare il vaso fu chiaro dopo la vittoria di Salvini che il Direttivo Provinciale Borromini di cui facevo parte sarebbe stato azzerato con una manovra calata dall'alto e anche il pensiero di militare in un partito in cui si poteva discutere svanì insieme alla voglia di dedicarci ancora una mezza energia. Non presi la tessera 2018 e così nessuno ebbe la soddisfazione di espellermi.

La sfida ora è soddisfare la mia voglia di contribuire a cambiare il presente o quanto meno provarci per influenzare il futuro ma nel nostro sistema politico l'appartenenza a un partito è fondamentale e ora, guardando lo scenario attuale, non vedo nulla che mi appartenga. Guardando la passato sì che ho già identificato un partito che potrebbe rappresentarmi ma come sempre i sentieri larghi o le porte comode non mi piacciono, quindi, sarà un nuovo capitolo eventuale che mi divertirò a vivere e scrivere.

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