Nuove finte email da poste italiane... e tanto tanto chiacchierare!

Oggi controllando per noia, più che per diletto, la casella spam di uno dei miei indirizzi di posta mi sono imbattuto in un paio di nuove mail di phishing. So che il blog da questo punto di vista non è più stato da me molto aggiornato, ma vuoi l'accortezza nell'inserire in giro l'indirizzo email, vuoi le migliorate capacità dei filtri antispam, non leggevo più nuove email di phishing da un pezzo. Le poche che mi sono capitate, tra l'altro, erano la solita minestra riscaldata (in cui mi dispiace dirlo ma molti ci si buttano a mani piene e infatti rimpolpano con lauti guadagni i cracker che si divertono a far soldi facili).

Finita la premessa, vi aggiorno un po' anche sulla mia situazione visto che da un po' non ci si legge.

Ho iniziato uno stage in reparto di elettronica di un supermercato locale a Giugno. Sì lo so, molti già storcono il naso, ma che dobbiamo farci? Ormai è il mondo del lavoro intero che ci tratta così; ma non saprei ben dire di chi sia di più la colpa, se della classe politica incapace di porvi rimedio, del mercato o di noi che non sappiamo farci valere come generazione. Sono sempre però più convinto che in realtà la colpa vada trovata un po' in tutti, io per primo come chiunque altro.

Non vivo più da solo come l'anno scorso (vedere QUESTO post sulla fattibilità del vivere da soli con affitto, rata macchina e uno stipendio medio) ma con la mia fidanzata. La situazione non si è sicuramente sistemata. Perso l'affitto (casa è dei suoi), il precedente lavoro è andato a rotoli e ora l'unica entrata è questo stage. Lascio a voi valutare... non sono qui a scrivere certo per lagnarmi, molti, ma molti italiani stanno anche peggio di me. Fa solo ridere come questo paese aiuti però chi se ne sta con le mani in mano e non riesca davvero a predisporre qualcosa per chi ha voglia di fare. E non dico "dare" un lavoro proprio perché qui non c'è nulla da dare. E' solo questione di mettere in condizione le persone di produrre. 

Tempo e forza lavoro, due cose finite e soprattutto che non si possono riavere indietro, da molti sarebbero volentieri fornite per poter produrre, e ovviamente, in ultima istanza, guadagnare. Ma lo stato no, non può farlo; preferisce sì dare, e regalare, a chi non ha intenzione né ora né mai produrre qualcosa. 

Cos'è uno stato che non produce? Nulla! Come pretendiamo la prosperità se non cediamo nulla in cambio? Cosa siamo noi? Così ricchi da poter vivere di commercio e materie prime? Ma fatemi il piacere!!!!

E ora provo sulla mia pelle gli effetti della liberalizzazione selvaggia... sì, aprire di domenica aumenta l'afflusso di gente, ma un paese diventa ricco aumentando il commercio? Aumentando cioè il fatturato di chi vive sullo scambio e la differenza di valore tra materia acquistata e venduta nella domanda interna?

Uno stato non si arricchirebbe forse di più se anziché forzare lo scambio aumentasse la produzione e quindi la generazione di ricchezza? Dato un certo volume di denaro non si può certo pensare di aumentare la ricchezza dilatando i tempi in cui quel volume stabile di denaro viene scambiato... 100 euro saranno sempre tali. Che io li spenda a tagli di 20 dal lunedì al venerdì o che ne spenda 10 al giorno fino al sabato e 40 la domenica.


Era necessario uno studio per arrivarci? La maggior parte della gente non ha soldi da spendere in banca e deve essere quindi invogliata dall'apertura domenicale... pazzia! Non di chi giustamente applica la legge, ma di chi l'ha potuta ideare!


Siamo ormai un sistema paese in cui tutto è diviso in tifoserie... e così anche la società da un punto di vista della visione economica d'insieme.
Metà degli italiani devono centellinare consumi di ogni genere, dal sapone alla benzina, chiedendo magari prestiti ai parenti per metterne giù quel tanto che gli basta per riuscire ad andare a svolgere un lavoro sottopagato. L'altra metà non ha la minima idea di che sia l'indigenza, (perché non l'ha mai provata o ha il cuore troppo duro e la memoria troppo corta per ricordarsela) l'aver bisogno senza poter soddisfare.

Tutto, politica, istituzioni, società e quant'altro hanno iniziato a vacillare proprio ora che l'asticella si sposta e la prima tifoseria sta superando la seconda. 

Dai tempi della scuola si diceva che le rivoluzioni si verificano solo quando le persone hanno la pancia vuota... la fame, ormai occasione straordinaria, quando viene obbliga ad azioni straordinarie.

Il giorono che accadrà, non vi sarà più Italia o Europa, padrone o sottoposto, ricco o povero, uomo o donna, giovane o anziano, civile o soldato... sarà guerra civile. Sarà nazionalismo e autoritarismo. Sarà per l'ennesima volta un nuovo ordine... e poi? Venghino signori, la giostra riparte!


Che Iddio abbia pietà di noi e dei nostri poveri spiriti, benedicendoci tutti.


@Tosevita


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