La tv di giorno? Uno schifo... se vuoi vedere programmi e film culturalmente interessanti, devi aspettare le 20.00...

Buonasera,
non sono mai stato un accusatore a spada tratta della tv, ma ormai ammetto che è diventata un'indecenza.

Quasi non si parla dell'alpino Luca Sanna morto in Afghanistan. Il vescovo arriva a dire che non è eroe per forza chi muore con una divisa da soldato. Giustissimo, eroe è chi fa qualcosa affrontando la paura, a rischio della vita, per un bene superiore.

Ma i giornali ne parlano? No, troppo indaffarati con i sexy festini di Arcore. 
I telegiornali? No, troppo impegnati sull'argomento di cui sopra, e a parlare di gossip e cavolate varie.

Magari dare spunti seri di riflessione alle persone non è una soddisfazione più grande che vendere qualche copia in più con "culi e tette".

Riflettere finalmente sul nostro ruolo militare internazionale... sul fatto che ormai la difesa della patria è totalmente delegata. Per osservare i nostri impegni militari con la NATO mandiamo soldati a destra e a manca... ma mandiamo altri. Nostri fratelli.

Non sono i politici che li mandano, i super manager d'azienda, i notai, gli avvocati, noi impiegati o gli operai ad andare a rischiare la vita... no, noi lavoriamo e una parte del nostro guadagno la diamo allo stato anche per pagare altri per andare a morire.

Non dovrebbe essere così, così è troppo semplice. Una nazione se è in guerra deve essere TUTTA in guerra, tutti dobbiamo essere chiamati a concorrere alla difesa del nostro futuro e del futuro dei nostri figli.

Noi siamo non siamo in guerra? Bene allora torniamocene a casa nostra perchè non è giusto che vi siano mogli che piangono mariti e mariti che non ci sono più... o tutti, o nessuno. Questo significa essere una nazione. 

Ma ormai non siamo più una nazione. Noi siamo SOLO uno stato. Più semplice. Più semplice essere governati dallo stato, essere tassati dallo stato... se fossimo davvero una nazione dovrebbe essere legittimato il diritto del popolo a esprimere la sua opinione su ogni qualsivoglia questione, senza deleghe a politici per la maggior parte incapaci.

Ma dire che siamo SOLO uno stato, questo risolve i problemi, li facilita, non occorre dare spiegazioni. Siete uno stato, siete cittadini dello stato, tacete e ubbidite.

La democrazia malata questo ha prodotto. Che i sudditi dei re sono trattati molto più dignitosamente da parte dei monarchici di quanto non lo siamo noi da parte dello stato che abbiamo scelto di formare per risolvere i problemi della comunità. Uno stato che si è evoluto, ha preso forma in una vita propria e ora ci bastona, ci distrugge e ammazza quanto di bello c'è in questo paese con i suoi uomini e politici corrotti e imbelli.

Uno stato la cui espressione è una televiosione che non riesce mai a farci vedere un documentario sulla vita dei nostri militari in Bosnia, in Libano o in Medio Oriente.

Quasi che non esistessero. Quasi che servissero un altro stato.

Ma loro sono là per noi, sono là perché se no (come giusto) anche noi dovremmo essere là.

La costituzione dice che tutti dovremmo concorrere alla difesa. Ma quando? Ma dove? Mai visti politici, notari o uomini ricchi e di potere italiani che difendono questa nazione.... al limite la impoveriscono, la difendono da un punto di vista egoistico, ma non la difendono da un punto di vista nobile.

E ora il Vescovo che dice ciò Antonio Mattiazzo, vescovo di Padova, apre un bel dibattito.


Gli do ragione, eroe non è automaticamente colui che muore con la divisa. 

Però non gli do ragione sul secondo punto; morire con un'arma non preclude l'ingresso nel "Club degli Eroi".

Le circostanze, le azioni e le motivazioni portano a essere "eroi". Nella nostra quotidianità molti di noi commettono gesti da eroi. Padri che fanno due lavori per mantenere moglie e figlio. Giovani rimaste incinte i cui fidanzati accettano di smettere di studiare per riconoscere il bambino e manternerlo con la nuova moglie. Madri che scelgono di crescere da sole i figli. Missionari.

No, eroi non si è per la divisa. Ma in paradiso non si entra perché vescovi allora.

Ma questa, è un'altra storia.


Buona serata intanto, 
Luca Zecca

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